Questa notte alle 02:30 ci ha lasciato Mauro Cunial, il fondatore di MM ONE, persona a me cara con cui ho avuto modo di condividere più di 10 anni non sono di lavoro ma di opinioni, visioni sulla vita, sulle emozioni e molto, molto di più.
A lui questo è dedicato questo articolo come ringraziamento per quanto fatto in tutti questi anni e per esprimere la mia vicinanza a tutta la sua famiglia.
Quando l’apparenza inganna
Ricordo ancora quando ho incontrato Mauro Cunial per la prima volta e di come, nel corso degli anni, la mia impressione sia cambiata lavorando a stretto contatto con lui.
Mauro Cunial era una persona dalle tante sfaccettature, e non credo di essere riuscito a coglierle tutte nemmeno in oltre 10 anni di collaborazione.
All’inizio mi intimoriva: i suoi modi potevano sembrare burberi, sempre serioso. Quando mi scelse per lavorare a stretto contatto con lui, ricordo di aver detto: “Io e lei abbiamo qualche problema di comunicazione…” Non mi sentivo adatto, insomma. E invece, probabilmente, aveva visto lungo anche quella volta.
Gran parte della mia crescita personale la devo a lui, per come ha saputo parlarmi e ascoltarmi, per come mi ha spronato a lavorare su me stesso, a migliorare aspetti del mio carattere e a far emergere il loro potenziale.
Tra noi nacque un rapporto di rispetto reciproco, fatto non solo di collaborazione e dialogo lavorativo, ma anche di condivisione di momenti profondi su temi importanti come la vita, le emozioni e la famiglia.
La famiglia meriterebbe un capitolo a parte…
Mauro mi ha insegnato a camminare con le mie gambe, a portare avanti le idee, ma anche a presentarle nel modo giusto. Ho imparato a mettermi in discussione e, soprattutto, ad ascoltare.
Ascoltare!
Anche se non era sempre evidente, lui ascoltava tutti. Si annotava quello che dicevi o che emergeva dal team, si prendeva tempo per rifletterci, per mettere insieme ciò che aveva raccolto, e da lì nascevano nuovi progetti o nuove visioni.
Era una persona di grande sensibilità, anche se sapeva mantenerla sotto controllo, nonostante i tanti impegni legati alla gestione aziendale e alla comunicazione in un contesto dinamico come quello del digital.
Uno degli aspetti che più lo contraddistingueva fino alla fine era il suo straordinario senso del dovere e della responsabilità. Più di una volta gli chiedevo: “Ma chi glielo fa fare?” Io, al suo posto, sarei andato a godermi la vita in giro per il mondo. E invece, nonostante il peso della malattia, continuava a farsi carico delle sue responsabilità, dando continuità all’azienda e supporto alle persone che ne facevano parte.
Pochi conoscono davvero il senso del dovere che lo ha guidato fin dalla giovane età: studiare, viaggiare, impegnarsi a vedere le cose da più prospettive, sempre nel rispetto delle regole e delle persone.
Visionario, ma con i piedi per terra
Questa è l’impronta che ha lasciato anche a MM ONE, una realtà solida fondata nel 2001 (il nome MM ONE richiama proprio l’anno di fondazione). L’idea nacque da un viaggio a New York, dove vide per la prima volta Internet e i servizi ad esso collegati. Da lì l’intuizione di avviare un nuovo corso nel digital, a Noventa di Piave, insieme alle persone più fidate.
Mauro era affascinato dalla tecnologia e da tutto ciò che era nuovo. Studiava, si informava, raccoglieva informazioni e amava confrontarsi per anticipare i cambiamenti. Studiava in modo trasversale, guardava video formativi ed eventi, spesso con più dedizione di tanti giovani. E allo stesso tempo si occupava di conti, gestione aziendale e mille altre cose che non so come riuscisse a gestire.
Credo che sia stato spesso frainteso, forse perché fermarsi alle apparenze è più facile. Anche io, all’inizio, ci sono cascato. Ma conoscendolo, ho imparato a non fermarmi alle superfici, a chiedere, a mettere insieme le informazioni, a portare avanti i miei valori con chiarezza, senza inseguire per forza il consenso o l’approvazione.
Non si creda che sia stato tutto facile: ci sono state divergenze e discussioni. Ma sapete una cosa? Non serbava rancore. Il giorno dopo si ripartiva, sempre in modo costruttivo e per l’interesse comune.
“Mauro, qual è il senso della vita?” gli chiesi una volta, prima della malattia. Rispose subito, sorridendo: “Il senso della vita è il rispetto per la vita stessa, perché è un dono prezioso e non va sprecato.”
Mauro Cunial non ha sprecato la sua vita. L’ha vissuta appieno, sostenuto dalla sua famiglia, che gli è sempre stata accanto condividendo con lui doveri e responsabilità, ma anche amore e momenti di serenità.
Mauro era dinamico, pieno di energia. Ha fatto impresa, portato visione, creato opportunità per chi sapeva coglierle. Per me è stato una figura cruciale nel mio percorso, prima di tutto umano. E per questo, non posso fare altro che ringraziarlo e augurarmi che da lassù abbia trovato la pace e la serenità che merita.
Sono certo che continuerà a vegliare su di noi e a… guardare oltre.
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